venerdì 22 maggio 2009

All'improvviso si viene a sapere da estranei che un caro amico si è trasferito a Londra, suo fratello si è trasferito a Dallas, un ex coinquilino si è trasferito a Barcellona, un altro amico a New Orleans, un altro ancora progetta di andare a Berlino. Tutti sembrano partire cambiare attraverso questi spostamenti, vanno avanti. Qui a Roma non si può vivere, si guadagna poco, qui è sempre la stessa storia, qui ci sono rapporti da dimenticare... Credi ancora di poter vivere come un pezzente del tuo lavoro sottopagato e gioire di strade romane sempre più private di estate romana? Credi ancora che ti basterà nel tempo una passeggiata in centro tra i turisti e i suonatori e le chiese da ristrutturare? Credi ancora che ti possa far sorridere passare a febbraio a piazza S. Pietro e trovarci ancora il presepe, pur fregandotene dei presepi? Credi ancora che sia bello andare in un cinema che proietta film d'autore e stare da solo con il bigliettaio a vederti Heimat 2 in piena estate e poi rientrare con il notturno strapieno di povera gente che torna a casa dal lavoro in qualche ristorante del centro? La risposta è SI.
Ma chi rimane comincia talvolta a sentirsi colpevole delle partenze altrui... Come accade ai bambini di fronte a un evento spiacevole...

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