mercoledì 18 gennaio 2017

Ciò che più di tutto stamattina mi ha sconvolta è stato cadere dalle scale del palazzo in cui abito....
Ero con Andrea, era tardissimo e lui doveva andare a scuola e in più ci aspettava una sua amichetta. L'ascensore era rotto e dal sesto piano Andrea aveva cominciato a scendere con me in modo lentissimo, metteva un piede sul gradino e poi ci poggiava il piede controlaterale; dopo che entrambi i piedi erano stabili su un gradino, cominciava con il gradino successivo. Gli ho chiesto di accellerare, di solito non lo faccio, cerco di lasciarlo essere... Ma oggi non so che mi sia preso, gli ho pure detto che era ora imparasse a scendere i gradini con un piede a gradino. E poi stufa l'ho sollevato, credendo fosse leggero, per portarlo io giù per le scale. Ma non ho valutato un po' di cose: il suo peso reale, i miei stivali scivolosi e soprattuto le scale di marmo lucido. Siamo ruzzolati entrambi giù per un piano. Ho cercato di proteggerlo il più possibile dalla caduta e dal battere la testa o altro,  e nel farlo io battevo testa, schiena, spalle e di tutto e di più... Ho immaginato la mia fine, ancora una volta, come quando con il motorino andai a sbattere di brutto una sera d'estate, o quando distesa su una brandina di ospedale non immaginavo un domani e in tutto ciò mi sono pure vista da fuori, pensando alla scena di un film di cui non ricordavo il nome. Che succede se si cade dalle scale e si ruzzola giù per un piano? A me è andata bene questa volta...
Mi sono un po' resa conto di quanto io sia pazza.
Ora però già me ne rendo conto come un ricordo.