domenica 14 febbraio 2010

Cattive abitudini

Ricordi i pomeriggi a casa dal liceo quando oggi bevi il caffè dopo pranzo e ancora spesso nel pomeriggio. Ricordi... le sigarette rubate a tuo padre e fumate di nascosto con una tua amica, ogni volta che baci qualcuno che ha fumato.
Ricordi le volte in cui bevevi tanto vino e ti ubriacavi puntualmente... quando ti lasci andare di nuovo al vino. Ricordi i tuoi sei traslochi in un anno quando cominci a litigare con le tue coinquiline. Ricordi la tua pigrizia di quando andavi a letto senza cena ogni volta che lo rifai.
Ricordi le volte in cui ti sei seduta davanti a un professore per un esame e gli hai riso in faccia, ogni volta che non riesci ad impegnarti nelle cose che fai.
A volte ti ritrovi a ripetere le stesse azioni di un tempo e per quanto esse abbiano ormai nuovi significati, non puoi fare a meno di ricordarne anche i vecchi. Forse è proprio per questi ultimi che le ripeti, senza saperlo.

4 commenti:

  1. Solo quando il presente getta luce sul passato, il passato torna a vivere e diventa di nuovo presente. Questo presente, ora, sta gia' aspettando il futuro per essere interpretato. Le azioni e i gesti si ripetono a distanza di giorni, mesi , anni. E' la ripetizione la regola per confermare chi siamo. Einmal ist keinmal, dice Kundera citando qualcun'altro. Una volta e' mai, e' come se non fosse mai stato.

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  2. Si, ed è per questo che quando mi trovo a fare cose troppo staccate dal passato, faccio fatica a riconoscermi e mi sembra di mentire a me stessa. Ma se questo presente è già passato per un futuro che lo interpreterà, forse c'è speranza di trovare un senso a quello che si è. Intanto i giorni passano e talvolta ci ritroviamo a dimenticare noi stessi, lasciamo che gli altri si specchino in noi, proiettino in noi quello che gli pare. Torniamo a casa con il viso stanco ma con la speranza che dormendo, il giorno dopo saremo pronti a ripartire! Tutto ciò che voglio è che il mio passato non muori mai più come è già successo tanto tempo fa.

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  3. agire e riflettere sono due cose che confinano senza toccarsi. spesso ci ripetiamo, ma mentre lo facciamo la coscienza della ripetizione si offusca, e ci lascia agire. freud diceva che gli uomini riescono a vivere nella misura in cui dimenticano la loro finitezza; è il pensiero del limite che crea il passato, o almeno quello che ognuno riesce a porre dietro di sè. eppure in tutto questo irrompe sempre qualcosa di nuovo; ci spinge in avanti, per quanto si voglia rivolgere lo sguardo a quello che è già stato. credo che a rimanere sia quel poco o tanto di nuovo che costruiamo ripetendoci come viventi; lo spieghiamo, lo spezzettiamo in mille frammenti, e senza accorgercene quello che credevamo passato diventa la nostra risorsa migliore, che ci fa vivere il presente e trasformarlo.

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  4. Forse c'è solo un flusso di coscienza continuo tra presente passato e futuro in attesa di epifanie... Sono queste la chiave di tutto. Il tempo, i giorni e le ore sono finitizza e infinito insieme...

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